Fincantieri, il fiore all’occhiello della cantieristica italiana

aperturaFincantieri, oltre ad essere l’erede della grande tradizione italiana in campo navale, è uno dei gruppi cantieristici più grandi al mondo, attivo nella progettazione e costruzione di mezzi navali a elevata complessità e alto valore aggiunto.

Fincantieri è uno dei più importanti complessi cantieristici al mondo e il primo per diversificazione e presenza in tutti i settori legati al comparto navale: in oltre 200 anni di storia della marineria ha costruito più di 7.000 navi. È leader mondiale nella costruzione di navi da crociera e operatore di riferimento in altri settori, dalle navi militari ai cruise-ferry, dai mega-yacht alle navi speciali, dalle riparazioni e trasformazioni navali all’offshore. Il gruppo, che ha sede a Trieste, conta oggi complessivamente quasi 20.000 dipendenti, di cui 8.400 in Italia, 21 stabilimenti in 3 continenti e ricavi complessivi per 4 miliardi di euro. Nel corso del 2013 il Gruppo ha perfezionato l’acquisizione di VARD, società che opera nella costruzione di mezzi di supporto alle attività di estrazione e produzione di petrolio e gas naturale, quotata alla borsa di Singapore. Fincantieri ha così raddoppiato le sue dimensioni, diventando il principale costruttore navale occidentale. Negli Stati Uniti opera tramite la controllata Fincantieri Marine Group (FMG). La società, che serve importanti clienti governativi fra cui la Marina Militare e la Guardia Costiera statunitense, conta tre cantieri (Marinette Marine, Bay Shipbuilding, Ace Marine), tutti situati nella regione dei Grandi Laghi. Negli Emirati Arabi, Fincantieri è presente con Etihad Ship Building, una joint venture insieme a Melara Middle East e Al Fattan Ship Industries, i cui obiettivi sono la progettazione, produzione e vendita di differenti tipi di navi civili e militari oltre ad attività di manutenzione e refitting.

La politica di diversificazione

Negli ultimi dieci anni, Fincantieri ha raggiunto una posizione globale rilevante nella cantieristica ad alto valore aggiunto diversificando la propria attività sia nel mercato militare estero che in nuovi segmenti, crescendo tra il 2002 e il 2008 di oltre il 50% in termini di ricavi, a parità di risorse occupate e in presenza di ottimi risultati economico finanziaria. Nonostante la crisi abbia profondamente mutato il quadro internazionale di riferimento, Fincantieri è riuscita a difendere la propria posizione, grazie alla politica di diversificazione adottata da tempo ed all’implementazione di un piano di riorganizzazione per adeguare la capacità produttiva alla domanda. Tuttavia, le opportunità di mercato con cui si sta misurando l’Azienda risultano insufficienti a garantire una crescita adeguata nel medio-lungo periodo. In particolare, nel segmento delle crociere, in cui Fincantieri è tra i principali player, la domanda mondiale di nuove unità nei prossimi anni si andrà ad attestare su una soglia di 6/8 ordinativi l’anno, valore in ripresa rispetto agli anni precedenti, tuttavia decisamente inferiore ai 12/13 del periodo pre-crisi. Tale mercato ha inoltre sperimentato un crescente livello di competizione globale, come dimostrato dall’acquisizione della commessa di due navi per il brand Aida Cruises da parte del cantiere giapponese Mitsubishi Heavy Industries, che per la terza volta nella sua storia tenta l’ingresso nel comparto crocieristico. Fincantieri compete con alcuni gruppi cantieristici di grandi dimensioni, quelli asiatici, che si avvalgono di un costo del lavoro sensibilmente inferiori e di interventi governativi a sostegno del comparto. I ricavi annui dei principali player asiatici si attestano nell’ordine di 10-20 miliardi di euro, contro circa i 2,5 miliardi di euro di Fincantieri.

Il polo offshore

A fronte della crisi del settore crocieristico, che rappresenta l’attuale core business di Fincantieri, sono state avviate delle indagini mirate a valutare una possibile diversificazione dell’offerta nel mercato. E’ stato perciò individuato il mercato dei mezzi navali offshore quale area di sviluppo e diversificazione capace di assicurare la competitività dell’Azienda nel lungo periodo e di generare ricadute positive sul sistema produttivo italiano. L’offshore è un mercato specialistico ad alto valore aggiunto che, alla luce l’attuale crescita del mercato offshore e le buone prospettive di persistenza di questo fenomeno. Infatti la crescita del fabbisogno energetico mondiale, unita (a valle del disastro di Fukusjma) alla limitata diversificazione delle fonti energetiche ed alla riduzione delle riserve petrolifere nelle zone a più facile accesso, richiede nuovi mezzi per lo sfruttamento dei giacimenti di recente mappatura spesso situati in acque molto profonde.  Tale richiesta è poi ulteriormente rafforzata dall’esigenza di sostituire una flotta mondiale dei mezzi esistenti alquanto obsoleta con altri più rispettosi dell’ambiente, più sicuri e più automatizzati. Nel caso specifico Fincantieri ha individuato, nel segmento offshore di Drill Ships e Semisubmergible Drilling Rigs, una relazione fra domanda ed offerta che lascia ipotizzare spazi d’ingresso ed un valore aggiunto da poter offrire ai possibili clienti che la distinguerebbe dai competitors esistenti. Inoltre il settore è caratterizzato dalla presenza di operatori di grandi dimensioni estremamente specializzati, con know-how specifico e relazioni consolidate con i principali clienti del settore.

La strategia

Dopo un’attenta analisi delle competenze richieste, per potersi proporre in maniera competitiva in questo mercato ad alto contenuto tecnologico e fortemente specialistico, si è compreso che per dare all’iniziativa la massima efficacia e raccogliere con tempestività le conoscenze necessarie, il modo migliore è quello di creare una rete di aziende specialistiche coordinate da Fincantieri. La sfida è di rendere competitivo un sistema di aziende organizzandole per ruolo, missione e posizionamento all’interno della stessa filiera. Il vantaggio sta nel fatto che questa forma di aggregazione favorisce la progettualità di un insieme di specialisti mantenendo allo stesso tempo un elevato grado di flessibilità ancor più necessaria nella fase di ingresso in un nuovo mercato. La rete è un ambiente regolamentato ma libero, guidato da una società che fa da leader (Fincantieri) dove oltre alla condivisione di esperienze e competenze, ciascuna azienda porta il proprio net work di relazioni, fornitori, clienti, siti di assistenza, etc. Si tratta quindi di una forma associativa adatta per creare ed innovare ed organizzata non solo per offrire risposte a specifiche domande del mercato, bensì idonea a proporre nuovi prodotti e servizi più completi. Un’altra peculiarità consiste nel fatto che, una volta acquisito un ordine con questa modalità, la squadra, avendo già svolto tutto l’esercizio creativo, tecnico ed economico, è di fatto pronta ed organizzata ad affrontare il lavoro gestendolo fino alla consegna. Negli anni gli operatori offshore, i potenziali clienti, vista l’elevata specificità di questi mezzi, si sono adoperati per seguire direttamente la loro realizzazione con un approccio da main contractor. Per far ciò hanno mantenuto il governo dell’ingegneria e la gestione di alcune leve come l’approvvigionamento macchinari ed i collaudi.  Ma le competenze dell’operatore sono fondamentalmente relative al funzionamento/esercizio dei mezzi, non alla loro costruzione, per la quale, non basta solo conoscere il prodotto ma serve anche saper governare i complessi processi realizzativi nell’ambito dei quali gestire la contestualità fra la fase ideativa (ingegneria) e quella costruttiva vera e propria. In mancanza di tale competenza si corre infatti il rischio di essere esposti ad onerose modifiche e conseguenti ritardi nella consegna dei mezzi. Oltre alle caratteristiche già possedute da Fincantieri quale noto ed affermato costruttore di navi di prestigio, l’ulteriore elemento distintivo per poter affrontare in maniera autonoma e qualificante queste costruzioni offshore è quello di combinare le competenze dei sistemi di perforazione con quelle navali.  Così facendo si hanno tutte le capacità per poter offrire prodotti su misura da consegnare chiavi in mano e pronti ad operare.

Le ricadute sul sistema Italia

Con questa operazione Fincantieri ha raggiunto una posizione di leadership nel settore offshore, considerato un mercato attrattivo per i consistenti volumi di investimento prospettici, collegati anche alle nuove esplorazioni e alle nuove tecnologie in via di sviluppo, che prescindono dai possibili scenari macroeconomici (e di evoluzione del prezzo del petrolio) e che ne fanno uno dei segmenti più significativi e profittevoli nella cantieristica mondiale. Infatti i settori in cui Fincantieri operava, ovvero quello delle Crociere, caratterizzato da elevati volumi ma bassa marginalità, e quello militare, che presenta una consistente riduzione della domanda in Italia, non avrebbero garantito la sostenibilità dell’Azienda se non attraverso l’ingresso in un nuovo segmento che garantisca adeguati margini. Negli ultimi anni Fincantieri aveva già operato nel settore offshore attraverso la costruzione della piattaforma Scarabeo 8, di 14 mezzi AHTS realizzati in Italia e 2 unità PSV in costruzione nei cantieri Nord Americani. L’acquisizione di VARD ha permesso a Fincantieri un netto miglioramento della sua posizione competitiva e una più marcata connotazione di azienda globale. L’operazione infatti ne ha rinvigorito la presenza in un settore per il quale sono previsti forti investimenti a livello mondiale, in relazione a una domanda di petrolio trainata dai paesi in via di sviluppo, in primis Cina e India. La crescita di fabbisogno energetico a livello mondiale, unita alla limitata diversificazione delle fonti, alla riduzione delle riserve petrolifere nelle zone a più facile accesso (ovvero in acque poco profonde), e quindi alla necessità di adeguare o sostituire unità obsolete inadatte all’attività di tipo “deep water”, ha portato negli ultimi anni all’aumento della richiesta di nuovi mezzi, tecnologicamente più avanzati, più sicuri e rispettosi dell’ambiente. Grazie al brand di VARD Fincantieri ha accesso ed è riconosciuta all’interno del cluster offshore norvegese di clienti e fornitori, che operano in un mercato – quello del Mare del Nord – che è tra i primi al mondo per produzione offshore di oil&gas, e in cui sono raccolti alcuni fra i maggiori operatori impegnati nella costruzione di mezzi di grandi dimensioni, sofisticati e di alta qualità. L’azienda si inserisce pertanto in un segmento solido e in evoluzione, che per garantire la fornitura di greggio sposterà la propria attività sempre più verso il “deep water”, vale a dire l’attività di perforazione di giacimenti, anche di recente mappatura, situati in acque molto profonde, che rappresenta il futuro di questo settore.