Dal Resto del Carlino di Fano:
Fano, 30 ottobre 2012 – DUE SETTIMANE di cassa integrazione per 180 dipendenti dello stabilimento dell’ex Pershing di Mondolfo. Cassa integrazione che scatterà in contemporanea per tutti i dipendenti del settore della produzione delle 7 società della Ferretti acquistata prima dell’estate da un gruppo industriale cinese.
Nessuna preoccupazione per il sindacato che parla di «una cassa integrazione di due settimane, tra fine ottobre e primi di novembre, che riguarda tutto il gruppo». «Ci era stata preannunciata — conferma Fausto Artibani della Cgil — a fine giugno, così come ci è stato preannunciato prima di Natale il piano industriale della nuova azienda». Insomma una sospensione della produzione programma che giunge all’indomani dei saloni di Genova e di Cannes, ma non desta alcun allarme. Anzi dal sindacato arrivano rassicurazioni sulla volontà del nuovo managment di «mantenere i livelli occupazionali, gli stabilimenti esistenti e di ripartire con nuovo impulso a partire dal 2013».
A RASSICURARE i sindacati il fatto che «l’azienda non è sostenuta da società di investimento, come in precedenza, ma è stata acquistata da un gruppo industriale che ha 60 mila dipendenti». Insomma nessun pericolo per lo stabilimento di Mondolfo e per i 230 lavoratori, dei quali 180 occupati nella produzione (quelli in cassa integrazione per due settimane).
«MI AUGURO che sia vero il rilancio aziendale — commenta l’assessore provinciale al Lavoro, Massimo Seri — perché quando un’azienda fa uso della cassa integrazione si crea sempre una certa preoccupazione, tanto più se si tratta di una società della nautica così importante per il territorio». Un territorio, quello di Fano, che ha sofferto e sta soffrendo tuttora la crisi della cantieristica i cui effetti sulla disoccupazione si iniziano a sentire solo ora.
«Dal 2009 ad oggi, infatti, hanno funzionato — spiega Seri — gli ammortizzatori sociali che stanno progressivamente finendo. Non a caso nel 2012 Fano ha registrato, rispetto al resto della provincia, una percentuale più alta di mobilità e quindi di disoccupazione». Ad aggravare la situazione la progressiva perdita dei posti di lavoro nel settore delle costruzioni e del mobile. «Gli unici dati positivi del 2012 — aggiunge Seri — riguardano la ristorazione, il turismo e l’agricoltura che, però, non riescono a compensare i posti di lavoro persi». Per Seri quella dell’edilizia e della nautica sono «crisi irreversibili» l’unica possibilità è quella di «esportare le alte professionalità delle maestranze della cantieristica in altri settori» e di indirizzare l’edilizia sulle ristrutturazioni.