Sull’ultima e non priva di fascino edizione della Coppa America, con l’antico trofeo rimasto tra le grinfie dell’eccentrico miliardario americano Larry Ellison e i neozelandesi rientrati in patria dopo aver subito una rimonta incredibile da parte di Oracle, è calato il sipario dell’ennesimo atto di questa antichissima sfida. Oltre alle luci e alle ombre che ogni edizione si trascina con sé, è interessante valutare qualcuno dei numeri comunicato dall’organizzazione a giochi chiusi. Sembra comunque che gli unici numeri degni di sensazione sono stati quelli comparsi sui display dei GPS degli AC72, capaci di volare a quasi 30 nodi di bolina e sfiorare i 50 di lasco, piuttosto che quelli relativi all’audience globale.
Detto questo, la possibilità di vedere le regate live su YouTube (poiché in Italia, come in altri paesi, nessuno aveva espresso interesse per i diritti televisivi che viaggiavano su cifre da Champions League) è stata una notevole esperienza, le regate velocissime e spettacolari e con una grafica talmente ben fatta da vincere addirittura un Emmy Award e capace di svelare molti arcani delle regole di regata anche a chi è digiuno di vela.
Ma ecco alcuni numeri:
203 nazioni hanno trasmesso le regate in TV;
320,000 download dell’America’s Cup app;
Oltre 1 milione di visitatori all’America’s Cup Park e all’America’s Cup Village di San Francisco;
Oltre centomila gli spettatori delle regate da terra;
10.000 ospiti dell’organizzazione;
Oltre 5 milioni di visitatori unici sul sito AmericasCup.com in settembre e oltre 45 milioni di page views durante la stagione delle regate (dal primo di luglio al 26 settembre);
24.8 milion views sul canale di YouTube;
575 giornalisti accreditati da 32 nazioni;
19 show per l’America’s Cup Concert Series;
Oltre il 25% della popolazione della Nuova Zelanda ha guardato le regate in diretta durante le finali. (Con le scuole chiuse per consentire ai bambini di poterle gaurdare. n.d.r.).